Trivulzio, più infermieri per il bagno agli anziani
Lavati soltanto ogni due settimane: dopo la denuncia arrivano dodici infermieri. Personale
trasferito da un’altra casa di riposo per cercare di tamponare l’emergenza del periodo estivo
Gli anziani del Trivulzio potranno finalmente avere un’assistenza igienica adeguata. La direzione della casa di riposo ha deciso di rafforzare da subito l’organico di infermieri e assistenti, per fare fronte alla situazione di emergenza denunciata da Cgil: per carenza di personale, infatti, agli ospiti viene fatto un bagno ogni 15 giorni. I tempi e le modalità con cui sarà inviato personale extra al Trivulzio sono stati decisi ieri in una riunione fra la direzione e i rappresentanti dei lavoratori.
Già da lunedì saranno trasferiti al Pat dodici infermieri dalla casa di riposo Principessa Iolanda, in corso Magenta, che saranno rimpiazzati da personale di una cooperativa esterna che già opera nella struttura. «In questo modo garantiremo i massimi standard di assistenza possibili», dice Paolo De Luca, direttore sanitario del Trivulzio. Dopo la denuncia di Cgil sulle condizioni di grave carenza del personale, con reparti in cui tre fra infermieri e assistenti si trovano a gestire anche quaranta anziani, l’assessore Comunale alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino aveva parlato di «situazione inaccettabile». Dovendo provvedere alle continue emergenze, infatti, il personale non riusciva a svolgere con regolarità il più ordinario dei compiti, cioè la pulizia degli anziani.
Il direttore generale della Baggina, Fabio Nitti, fa sapere che «il costo del personale di rinforzo sarà completamente coperto dal Trivulzio, nonostante le attuali ristrettezze di bilancio in cui ci troviamo a operare». I dodici lavoratori saranno in servizio per sei mesi, poi in base alle disponibilità finanziarie e ai risultati ottenuti dal loro inserimento si deciderà se confermarli. Ma già si guarda oltre l’emergenza: ieri — sempre a seguito della denuncia di Cgil — è stato indetto un bando per l’assunzione di personale a tempo determinato. Piero La Grassa, delegato della Camera del Lavoro al Trivulzio, commentando l’arrivo di nuovo personale parla di «segnale di attenzione importante da parte dell’azienda, che andrà a beneficio degli anziani e degli stessi lavoratori». Intanto, in modo informale e discreto, la direzione ha richiamato al «senso di responsabilità» quei dipendenti (una piccola minoranza) che negli anni scorsi hanno posticipato con vari espedienti il rientro dalle vacanze oltre al periodo previsto dal contratto.
Oggi gli ospiti del Trivulzio sono 980, assistiti da 880 fra infermieri e impiegati. Ma è un numero che dice poco: di fatto nei 25 reparti lavorano 447 persone, di cui almeno 80 per raggiunto limite di anzianità o per problemi fisici non svolgono lavori pesanti, come appunto la pulizia degli ospiti. Considerando turni e ferie, nei mesi estivi, quando si suda e ci sarebbe bisogno di un maggiore impegno per garantire l’igiene, l’assistenza è ridotta al minimo. «I numeri dicono che lo standard di personale deciso dalla Regione per le case di riposo nella nostra struttura è ampiamente rispettato — dice De Luca — e va ricordato anche che, nonostante i rinforzi che arriveranno lunedì, alcuni anziani non potranno fare comunque più di due bagni al mese, a causa delle difficili condizioni di salute in cui si trovano. L’assistenza, in situazione delicate come quello che ci troviamo ad affrontare, deve essere tarata in base alle necessità di ogni singolo paziente».
La denuncia della Cgil: "Paghiamo i troppi tagli al personale". La replica della struttura
"Nessun ospite viene trascurato". Ma fioccano lamentele dalle famiglie e dagli operatori
di FRANCO VANNI
"Per gli anziani del Trivulzio un bagno ogni due settimane"
Un bagno ogni due settimane. È il massimo livello di igiene che il Pio Albergo Trivulzio è in grado di garantire in estate agli anziani che vivono nella casa di riposo. Lo denuncia Cgil, che ha distribuito ai dipendenti un volantino che recita così: «La mancanza di personale nei reparti ha come conseguenza che i nostri ospiti riescono a fare un bagno ogni 15 giorni». La direzione della struttura smentisce: «Garantiamo a chi vive nella residenza quattro bagni al mese, come imposto dagli standard della Regione». Ma Cgil sostiene di avere a disposizione tutta la documentazione che prova come gli anziani, che pagano fino a 80 euro al giorno per stare al Trivulzio, «non sono assistiti a livelli decenti da un punto di vista igienico».
Piero La Grassa, delegato di Cgil, spiega: «Negli anni il personale è stato tagliato, l’età media dei dipendenti è aumentata e chi ha più anzianità è stato spostato su compiti leggeri, mentre lavare gli anziani è faticoso. Si deve rimediare a questa situazione, visto che il rispetto per le persone consiglia di fare almeno un bagno a settimana». Gli anziani ricoverati al Trivulzio, fra riabilitazione e casa di riposo, sono 980. Ad assisterli, nei 25 reparti, ci sono 447 persone divise su più turni fra infermieri e assistenti. Se al contingente si sottraggono gli 80 lavoratori destinati a compiti “leggeri”, come servire in mensa, si comprendono le difficoltà nel garantire l’igiene delle persone. Il problema dei cosiddetti “incarichi agevolati”, che non prevedono lavori pesanti, è stato più volte segnalato dai sindacati. Carlo Alberto Lascaro, di Usi Sanità, dice: «L’azienda si oppone a nuove assunzioni ripetendo che il personale è del 20 per cento più numeroso rispetto ai limiti della Regione, ma la stima tiene conto anche di chi, di fatto, non svolge mansioni di assistenza diretta». In tutto, compresi gli impiegati d’ufficio, i dipendenti sono 880.
Gli infermieri raccontano una situazione drammatica. «In estate, quando ci sarebbe più bisogno di igiene, ci sono turni con tre persone che devono curare i 30 e più pazienti di ogni reparto — dice una capo sala —. Garantiamo loro la pulizia intima quotidianamente, questo si, ma nulla di più. Dobbiamo stare dietro alle emergenze, e due bagni al mese a ogni anziano è il massimo che possiamo fare». La carenza di personale è tale che alcune caposala si sono rifiutate di firmare il piano delle ferie ai sottoposti, per paura di non potere gestire i reparti. «Riceviamo le lamentele delle famiglie — dice La Grassa — dicono che i loro cari non sono puliti, o che non vengono loro tagliate le unghie».
Dove nascano i problemi economici del Trivulzio, costretto a chiedere fideiussioni straordinarie alle banche, lo ha indicato Emilio Triaca, commissario nominato dalla Regione per traghettare l’ente fuori dalla bufera di Affittopoli. «Per garantire alti standard di assistenza serve un’oculata gestione del patrimonio, che garantisca entrate», disse in aprile il commissario, in riferimento ai 1.400 appartamenti dell’ente, molti dei quali dati in affitto a prezzi bassissimi a vip e amici. Oggi i prezzi delle case della Baggina sono stati aumentati, non solo a chi ha redditi elevati, ma a tutti. «Sulla scia di Affittopoli, agli infermieri che abitano case del Trivulzio è stato raddoppiato l’affitto, intanto gli anziani non sono assistiti come dovrebbero», dice La Grassa.
Lavati soltanto ogni due settimane: dopo la denuncia arrivano dodici infermieri. Personale
trasferito da un’altra casa di riposo per cercare di tamponare l’emergenza del periodo estivo
Gli anziani del Trivulzio potranno finalmente avere un’assistenza igienica adeguata. La direzione della casa di riposo ha deciso di rafforzare da subito l’organico di infermieri e assistenti, per fare fronte alla situazione di emergenza denunciata da Cgil: per carenza di personale, infatti, agli ospiti viene fatto un bagno ogni 15 giorni. I tempi e le modalità con cui sarà inviato personale extra al Trivulzio sono stati decisi ieri in una riunione fra la direzione e i rappresentanti dei lavoratori.
Già da lunedì saranno trasferiti al Pat dodici infermieri dalla casa di riposo Principessa Iolanda, in corso Magenta, che saranno rimpiazzati da personale di una cooperativa esterna che già opera nella struttura. «In questo modo garantiremo i massimi standard di assistenza possibili», dice Paolo De Luca, direttore sanitario del Trivulzio. Dopo la denuncia di Cgil sulle condizioni di grave carenza del personale, con reparti in cui tre fra infermieri e assistenti si trovano a gestire anche quaranta anziani, l’assessore Comunale alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino aveva parlato di «situazione inaccettabile». Dovendo provvedere alle continue emergenze, infatti, il personale non riusciva a svolgere con regolarità il più ordinario dei compiti, cioè la pulizia degli anziani.
Il direttore generale della Baggina, Fabio Nitti, fa sapere che «il costo del personale di rinforzo sarà completamente coperto dal Trivulzio, nonostante le attuali ristrettezze di bilancio in cui ci troviamo a operare». I dodici lavoratori saranno in servizio per sei mesi, poi in base alle disponibilità finanziarie e ai risultati ottenuti dal loro inserimento si deciderà se confermarli. Ma già si guarda oltre l’emergenza: ieri — sempre a seguito della denuncia di Cgil — è stato indetto un bando per l’assunzione di personale a tempo determinato. Piero La Grassa, delegato della Camera del Lavoro al Trivulzio, commentando l’arrivo di nuovo personale parla di «segnale di attenzione importante da parte dell’azienda, che andrà a beneficio degli anziani e degli stessi lavoratori». Intanto, in modo informale e discreto, la direzione ha richiamato al «senso di responsabilità» quei dipendenti (una piccola minoranza) che negli anni scorsi hanno posticipato con vari espedienti il rientro dalle vacanze oltre al periodo previsto dal contratto.
Oggi gli ospiti del Trivulzio sono 980, assistiti da 880 fra infermieri e impiegati. Ma è un numero che dice poco: di fatto nei 25 reparti lavorano 447 persone, di cui almeno 80 per raggiunto limite di anzianità o per problemi fisici non svolgono lavori pesanti, come appunto la pulizia degli ospiti. Considerando turni e ferie, nei mesi estivi, quando si suda e ci sarebbe bisogno di un maggiore impegno per garantire l’igiene, l’assistenza è ridotta al minimo. «I numeri dicono che lo standard di personale deciso dalla Regione per le case di riposo nella nostra struttura è ampiamente rispettato — dice De Luca — e va ricordato anche che, nonostante i rinforzi che arriveranno lunedì, alcuni anziani non potranno fare comunque più di due bagni al mese, a causa delle difficili condizioni di salute in cui si trovano. L’assistenza, in situazione delicate come quello che ci troviamo ad affrontare, deve essere tarata in base alle necessità di ogni singolo paziente».
La denuncia della Cgil: "Paghiamo i troppi tagli al personale". La replica della struttura
"Nessun ospite viene trascurato". Ma fioccano lamentele dalle famiglie e dagli operatori
di FRANCO VANNI
"Per gli anziani del Trivulzio un bagno ogni due settimane"
Un bagno ogni due settimane. È il massimo livello di igiene che il Pio Albergo Trivulzio è in grado di garantire in estate agli anziani che vivono nella casa di riposo. Lo denuncia Cgil, che ha distribuito ai dipendenti un volantino che recita così: «La mancanza di personale nei reparti ha come conseguenza che i nostri ospiti riescono a fare un bagno ogni 15 giorni». La direzione della struttura smentisce: «Garantiamo a chi vive nella residenza quattro bagni al mese, come imposto dagli standard della Regione». Ma Cgil sostiene di avere a disposizione tutta la documentazione che prova come gli anziani, che pagano fino a 80 euro al giorno per stare al Trivulzio, «non sono assistiti a livelli decenti da un punto di vista igienico».
Piero La Grassa, delegato di Cgil, spiega: «Negli anni il personale è stato tagliato, l’età media dei dipendenti è aumentata e chi ha più anzianità è stato spostato su compiti leggeri, mentre lavare gli anziani è faticoso. Si deve rimediare a questa situazione, visto che il rispetto per le persone consiglia di fare almeno un bagno a settimana». Gli anziani ricoverati al Trivulzio, fra riabilitazione e casa di riposo, sono 980. Ad assisterli, nei 25 reparti, ci sono 447 persone divise su più turni fra infermieri e assistenti. Se al contingente si sottraggono gli 80 lavoratori destinati a compiti “leggeri”, come servire in mensa, si comprendono le difficoltà nel garantire l’igiene delle persone. Il problema dei cosiddetti “incarichi agevolati”, che non prevedono lavori pesanti, è stato più volte segnalato dai sindacati. Carlo Alberto Lascaro, di Usi Sanità, dice: «L’azienda si oppone a nuove assunzioni ripetendo che il personale è del 20 per cento più numeroso rispetto ai limiti della Regione, ma la stima tiene conto anche di chi, di fatto, non svolge mansioni di assistenza diretta». In tutto, compresi gli impiegati d’ufficio, i dipendenti sono 880.
Gli infermieri raccontano una situazione drammatica. «In estate, quando ci sarebbe più bisogno di igiene, ci sono turni con tre persone che devono curare i 30 e più pazienti di ogni reparto — dice una capo sala —. Garantiamo loro la pulizia intima quotidianamente, questo si, ma nulla di più. Dobbiamo stare dietro alle emergenze, e due bagni al mese a ogni anziano è il massimo che possiamo fare». La carenza di personale è tale che alcune caposala si sono rifiutate di firmare il piano delle ferie ai sottoposti, per paura di non potere gestire i reparti. «Riceviamo le lamentele delle famiglie — dice La Grassa — dicono che i loro cari non sono puliti, o che non vengono loro tagliate le unghie».
Dove nascano i problemi economici del Trivulzio, costretto a chiedere fideiussioni straordinarie alle banche, lo ha indicato Emilio Triaca, commissario nominato dalla Regione per traghettare l’ente fuori dalla bufera di Affittopoli. «Per garantire alti standard di assistenza serve un’oculata gestione del patrimonio, che garantisca entrate», disse in aprile il commissario, in riferimento ai 1.400 appartamenti dell’ente, molti dei quali dati in affitto a prezzi bassissimi a vip e amici. Oggi i prezzi delle case della Baggina sono stati aumentati, non solo a chi ha redditi elevati, ma a tutti. «Sulla scia di Affittopoli, agli infermieri che abitano case del Trivulzio è stato raddoppiato l’affitto, intanto gli anziani non sono assistiti come dovrebbero», dice La Grassa.