Aziende gonfiavano prezzi dei farmaci. Presunta truffa al Ssn per 1 mld di euro
La Procura di Firenze sta indagando su una presunta truffa che vede coinvolte la multinazionale Bristol Myers Squibb Italia e il gruppo Menarini. Le due aziende, secondo quanto riportato da Repubblica.it avrebbero gonfiato i prezzi di vendita dei farmaci commercializzati, ottenendo un indebito rimborso di oltre un miliardo di euro dal Servizio Sanitario Nazionale. Effettuate oggi perquisizioni dalla Guardia di finanza.
28 LUG - Secondo l’ipotesi degli inquirenti è i due gruppi industriali avrebbero messo in atto comportamenti finalizzati ad ottenere, attraverso una serie di artifici e raggiri, l'inserimento nel Prontuario farmaceutico nazionale, di farmaci commercializzati dalle medesime aziende, a prezzi notevolmente gonfiati rispetto al costo effettivamente sostenuto. La Guardia di Finanza, oltre ad aver effettuato le perquisizioni, ha notificato alla Bristol Myers Squibb Italia il decreto di fissazione dell'udienza per l'applicazione di misure cautelari. “L’ipotesi di frode – si legge su Repubblica.it - su cui lavorano gli inquirenti non riguarderebbe la qualità dei farmaci bensì l'illecita sovrafatturazione dei costi sostenuti dalla Bms Italia per l'acquisto dei principi attivi (Pravastatina, Fosinopril, Captopril, Aztreonam) utilizzati per la produzione e la vendita di farmaci impiegati nella cura di malattie cardiache e di battericidi (anch'essi impiegati per il trattamento di particolari patologie cardiache), per i quali e previsto il rimborso da parte del Servizio sanitario nazionale”. La presunta truffa risulta essere collegata all'inchiesta che la procura di Firenze sta conducendo sul gruppo Menarini, nella quale sono indagati i vertici dell'azienda. Per i magistrati, la Menarini, attraverso società 'cartiere' che avevano come compito quello di aumentare il costo dei principi attivi acquistati, era riuscita ad ottenere un prezzo di vendita dei farmaci più elevato rispetto al prezzo reale.
“In questo contesto – secondo quanto riporta Repubblica.it - la Bristol Myers Squibb, fin dal 1984, avrebbe concesso al gruppo Menarini la licenza non esclusiva per il confezionamento e la vendita in Italia di farmaci preparati sulla base proprio di quei principi attivi, con l'indicazione dei prezzi alterati in aumento, a seguito della sovrafatturazione degli stessi principi attraverso complesse operazioni commerciali internazionali tra società dello stesso gruppo Bms”.
La Procura di Firenze sta indagando su una presunta truffa che vede coinvolte la multinazionale Bristol Myers Squibb Italia e il gruppo Menarini. Le due aziende, secondo quanto riportato da Repubblica.it avrebbero gonfiato i prezzi di vendita dei farmaci commercializzati, ottenendo un indebito rimborso di oltre un miliardo di euro dal Servizio Sanitario Nazionale. Effettuate oggi perquisizioni dalla Guardia di finanza.
28 LUG - Secondo l’ipotesi degli inquirenti è i due gruppi industriali avrebbero messo in atto comportamenti finalizzati ad ottenere, attraverso una serie di artifici e raggiri, l'inserimento nel Prontuario farmaceutico nazionale, di farmaci commercializzati dalle medesime aziende, a prezzi notevolmente gonfiati rispetto al costo effettivamente sostenuto. La Guardia di Finanza, oltre ad aver effettuato le perquisizioni, ha notificato alla Bristol Myers Squibb Italia il decreto di fissazione dell'udienza per l'applicazione di misure cautelari. “L’ipotesi di frode – si legge su Repubblica.it - su cui lavorano gli inquirenti non riguarderebbe la qualità dei farmaci bensì l'illecita sovrafatturazione dei costi sostenuti dalla Bms Italia per l'acquisto dei principi attivi (Pravastatina, Fosinopril, Captopril, Aztreonam) utilizzati per la produzione e la vendita di farmaci impiegati nella cura di malattie cardiache e di battericidi (anch'essi impiegati per il trattamento di particolari patologie cardiache), per i quali e previsto il rimborso da parte del Servizio sanitario nazionale”. La presunta truffa risulta essere collegata all'inchiesta che la procura di Firenze sta conducendo sul gruppo Menarini, nella quale sono indagati i vertici dell'azienda. Per i magistrati, la Menarini, attraverso società 'cartiere' che avevano come compito quello di aumentare il costo dei principi attivi acquistati, era riuscita ad ottenere un prezzo di vendita dei farmaci più elevato rispetto al prezzo reale.
“In questo contesto – secondo quanto riporta Repubblica.it - la Bristol Myers Squibb, fin dal 1984, avrebbe concesso al gruppo Menarini la licenza non esclusiva per il confezionamento e la vendita in Italia di farmaci preparati sulla base proprio di quei principi attivi, con l'indicazione dei prezzi alterati in aumento, a seguito della sovrafatturazione degli stessi principi attraverso complesse operazioni commerciali internazionali tra società dello stesso gruppo Bms”.