SCOMMETTERE SULL’E-HEALTH PER RENDERE PIU’ EFFICIENTE IL SERVIZIO SANITARIO
Controllo dei pazienti a distanza, cartelle cliniche on-line, risultati di analisi in rete: le tecnologie hanno completamente trasformato il concetto di cura e assistenza sanitaria. Attualmente in Italia circa il 7% del Pil è assorbito dalla sanità, una percentuale destinata ad aumentare, che rischia di compromettere da un lato le finanze pubbliche, dall’altro, considerata la necessità di ridurre le spese, l’efficienza del nostro sistema sanitario che pur nelle forti differenze regionali viene considerato oggi uno dei migliori al mondo.
Una risposta può arrivare da un maggiore sviluppo della sanità elettronica: di questo si è discusso nel corso del convegno “La sanità del futuro. La sfida dell’e-health”, che si è tenuto a Torino, promosso dai giovani imprenditori dell’AIOP, Associazione italiana ospedalità privata, e realizzato in collaborazione con UEHP - Union Européenne de l'hospitalisation Privée, con l'Osservatorio ICT in sanità della School of Management del Politecnico di Milano e con il patrocinio del Politecnico di Torino.
In Italia gli investimenti in ICT delle strutture sanitarie, pubbliche e private, raggiungono in media l’1,05% (pari a 920 milioni di euro) della spesa complessiva. Una forte differenza si registra tra il Nord e il Sud: gli investimenti, infatti, sono concentrati per il 79% dei casi tra le strutture del Nord, dove la spesa in ICT è di 21 euro pro capite contro i soli 9 euro per abitante nel Sud e nelle Isole. Anche se destinati ad aumentare nei prossimi 3 anni, tali investimenti risultano limitati e la sanità elettronica è una sfida ancora tutta da giocare soprattutto se si tiene conto che laddove è maggiore l’utilizzo degli strumenti di informazione e comunicazione tecnologica in sanità cresce la soddisfazione dei cittadini sulla qualità dei servizi ed è minore la spesa sanitaria procapite. Ad esempio, in Regioni quali Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna - caratterizzate da una bassa spesa pubblica procapite per la sanità e da un’elevata qualità percepita del servizio sanitario – si registra un livello di investimenti in ICT tra i più elevati. Mentre, dall’altro lato, Regioni come il Lazio e il Molise – contraddistinti da un’alta spesa pubblica procapite e da un tasso di soddisfazione ai minimi livelli – la spesa per l’e-health è tra le più basse (Fonte: IV Osservatorio ICT in Sanità).
La sanità elettronica è dunque un settore chiave che può aumentare l’efficacia nella gestione e nell’offerta di sanità, contribuendo alla razionalizzazione delle spese e realizzando il concetto di medicina centrata sul paziente.
Controllo dei pazienti a distanza, cartelle cliniche on-line, risultati di analisi in rete: le tecnologie hanno completamente trasformato il concetto di cura e assistenza sanitaria. Attualmente in Italia circa il 7% del Pil è assorbito dalla sanità, una percentuale destinata ad aumentare, che rischia di compromettere da un lato le finanze pubbliche, dall’altro, considerata la necessità di ridurre le spese, l’efficienza del nostro sistema sanitario che pur nelle forti differenze regionali viene considerato oggi uno dei migliori al mondo.
Una risposta può arrivare da un maggiore sviluppo della sanità elettronica: di questo si è discusso nel corso del convegno “La sanità del futuro. La sfida dell’e-health”, che si è tenuto a Torino, promosso dai giovani imprenditori dell’AIOP, Associazione italiana ospedalità privata, e realizzato in collaborazione con UEHP - Union Européenne de l'hospitalisation Privée, con l'Osservatorio ICT in sanità della School of Management del Politecnico di Milano e con il patrocinio del Politecnico di Torino.
In Italia gli investimenti in ICT delle strutture sanitarie, pubbliche e private, raggiungono in media l’1,05% (pari a 920 milioni di euro) della spesa complessiva. Una forte differenza si registra tra il Nord e il Sud: gli investimenti, infatti, sono concentrati per il 79% dei casi tra le strutture del Nord, dove la spesa in ICT è di 21 euro pro capite contro i soli 9 euro per abitante nel Sud e nelle Isole. Anche se destinati ad aumentare nei prossimi 3 anni, tali investimenti risultano limitati e la sanità elettronica è una sfida ancora tutta da giocare soprattutto se si tiene conto che laddove è maggiore l’utilizzo degli strumenti di informazione e comunicazione tecnologica in sanità cresce la soddisfazione dei cittadini sulla qualità dei servizi ed è minore la spesa sanitaria procapite. Ad esempio, in Regioni quali Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna - caratterizzate da una bassa spesa pubblica procapite per la sanità e da un’elevata qualità percepita del servizio sanitario – si registra un livello di investimenti in ICT tra i più elevati. Mentre, dall’altro lato, Regioni come il Lazio e il Molise – contraddistinti da un’alta spesa pubblica procapite e da un tasso di soddisfazione ai minimi livelli – la spesa per l’e-health è tra le più basse (Fonte: IV Osservatorio ICT in Sanità).
La sanità elettronica è dunque un settore chiave che può aumentare l’efficacia nella gestione e nell’offerta di sanità, contribuendo alla razionalizzazione delle spese e realizzando il concetto di medicina centrata sul paziente.