IL TE' VERDE PUO' AIUTARE NELL'INCONTINENZA URINARIA
Le variazioni nel gene FSHR potrebbero essere responsabili delle nascite pretermine. I ricercatori della Vanderbilt University, della Washington University e dell'Universita' di Helsinki, in una ricerca pubblicata su Plos One, hanno constatato che l'uomo rispetto agli altri primati ha un canale di nascita piu' stretto, probabilmente effetto della pressione selettiva dettata dal processo evoluzionistico, che ha portato i bambini a venire alla luce prima. Cercando i geni che si sono evoluti piu' velocemente rispetto ai primati ed altri mammiferi, i ricercatori hanno isolato 150 candidati, che hanno poi confrontato con il Dna di 328 mamme, alcune delle quali avevano avuto parti pretermine. Gli scienziati hanno trovato una forte associazione con una variante del gene Fshr, che stimola i recettori ormonali dei follicoli. "In futuro potremo predire quali donne hanno un rischio maggiore di nascita pretermine e prevenirlo", hanno spiegato gli autori, "il fenomeno rimane legato sia a cause genetiche sia ambientali, ma almeno una parte delle donne a rischio potrebbe essere trovata
Le variazioni nel gene FSHR potrebbero essere responsabili delle nascite pretermine. I ricercatori della Vanderbilt University, della Washington University e dell'Universita' di Helsinki, in una ricerca pubblicata su Plos One, hanno constatato che l'uomo rispetto agli altri primati ha un canale di nascita piu' stretto, probabilmente effetto della pressione selettiva dettata dal processo evoluzionistico, che ha portato i bambini a venire alla luce prima. Cercando i geni che si sono evoluti piu' velocemente rispetto ai primati ed altri mammiferi, i ricercatori hanno isolato 150 candidati, che hanno poi confrontato con il Dna di 328 mamme, alcune delle quali avevano avuto parti pretermine. Gli scienziati hanno trovato una forte associazione con una variante del gene Fshr, che stimola i recettori ormonali dei follicoli. "In futuro potremo predire quali donne hanno un rischio maggiore di nascita pretermine e prevenirlo", hanno spiegato gli autori, "il fenomeno rimane legato sia a cause genetiche sia ambientali, ma almeno una parte delle donne a rischio potrebbe essere trovata