SALUTE: BALBUZIE DA OSCAR, 1,5 MLN DI ITALIANI COME RE GIORGIO VI
Milano, 31 gen. (Adnkronos Salute) - Un film già in odore di Oscar, fresco di 12 nomination per l'83esima edizione degli Academy Awards, e insieme "un bel messaggio di speranza per tutti coloro che soffrono di balbuzie: secondo l'Organizzazione mondiale della sanità il 2-4% della popolazione", con oltre un milione e mezzo di casi nel nostro Paese. 'Il discorso del re', la pellicola del registra britannico Tom Hooper, che ha debuttato questo weekend nelle sale italiane, piace anche agli psicoterapeuti Renzo Rocca e Giorgio Stendoro , padri della procedura immaginativa e inventori della tecnica 'Stendoro-Rocca'. Una metodica che promette di guarire chi balbetta senza limiti d'età, dagli 8 agli 80 anni e anche oltre.
I due esperti - una vita vissuta a cavallo tra gli Stati Uniti e l'Italia, prossimi a 'esportare' la loro tecnica anche negli Emirati Arabi Uniti e in India - plaudono a 'The King's Speech', titolo originale dell'opera che vede protagonista Colin Firth nei panni di Re Giorgio VI, padre della Regina Elisabetta. Al secolo Alberto Windsor detto Bertie, il Duca di York cerca di sciogliere il suo eloquio con l'aiuto dell'eccentrico logopedista australiano Lionel Logue (Geoffrey Rush). Fino a diventare re, dopo l'abdicazione del fratello maggiore Edoardo travolto dallo scandalo Wallis Simpson, per poi arrivare al suo 'discorso perfetto' che ispirerà la nazione guidandola contro la Germania nazista.
"Insegnando che anche un re è un uomo con i suoi problemi e le sue fragilità - spiegano Rocca e Stendoro all'Adnkronos Salute - questo film restituisce la giusta importanza al ruolo della comunicazione verbale. Molto spesso si banalizza la questione - riflettono i due specialisti - o meglio si tende a pensare che, se la parola non esce, allora basta tacere. Non è così, perché non riuscire a comunicare un sentimento, che sia d'amore oppure di rabbia, è un dramma sul piano personale e sociale". Non parlare significa non farsi capire. E a causa dell'incomprensione una famiglia può spaccarsi per sempre, una coppia può rompersi o magari non nascere mai.
All'attivo due libri sulla balbuzie ('Vincere la balbuzie' e 'La balbuzie. Una tecnica per sconfiggerla'), nella loro carriera Rocca e Stendoro hanno curato oltre 2 mila persone dal 1989. Di storie da raccontare ne hanno tante, alcune divertenti - come quella di una signora che balbettava dalla nascita, a 78 anni decise di voler guarire e a 86 ci riuscì, potendo così litigare come ogni brava suocera con le sue 9 nuore - altre commoventi: "L'unica volta che piansi - confida Stendoro - fu quando un bimbo di 11 anni, balbuziente ma anche gravemente malato e fisicamente disabile, dopo avere imparato a parlare fluente ci disse 'grazie, adesso sono proprio come tutti gli altri'".
Per curare il problema che fu anche di Winston Churchill e di Marilyn Monroe, solo per citare alcuni dei tanti volti noti nella 'gallery' della balbuzie, Rocca e Stendoro sono stati chiamati a Dubai. "Siamo stati invitati due volte nel 2009 e nel 2010 - sottolineano - Abbiamo curato qualche paziente là e abbiamo fatto un accordo con la Rach Charity Foundation per organizzare corsi di formazione sulla nostra tecnica, rivolti a personale sia dall'India che dagli Emirati". Operatori anti-balbuzie da addestrare, affinché possano guarire tante persone nei loro Paesi.
I due psicoterapeuti segnalano "un aumento delle balbuzienti donne, che in passato non arrivavano all'attenzione degli esperti perché la società imponeva al sesso femminile un ruolo più marginale. Capitava addirittura che, di fronte a due fratelli balbuzienti, un maschio e una femmina, venisse fatto curare solo il maschio". Gli specialisti riferiscono anche di "giovani che avevano rinunciato agli studi per colpa della balbuzie, lavorando come camionisti o magazzinieri, ma che una volta guariti si sono iscritti all'università e hanno lasciato un lavoro che non li realizzava". I due esperti partono dal presupposto che "l'origine della balbuzie non è affatto psicologica, bensì neurologica. E' il cervello che, quando il paziente tenta di articolare una parola, determina il blocco totale o parziale della laringe con la chiusura delle corte vocali. Così l'aria non passa" e il flusso verbale si inceppa.
Da qui il metodo per bypassare l'ostacolo: "Con speciali esercizi fisiologici - assicurano Rocca e Stendoro - si può imparare a ingannare il cervello. In questo modo le corde vocali si aprono, l'aria passa" e la frase riesce senza intoppi. "Bastano 17 incontri in due mesi - sostengono i due esperti - Si lavora in piccoli gruppi di pazienti addestrati da operatori specializzati e supportati dallo psicoterapeuta". Sia per superare i problemi di autostima e di relazione che la balbuzie scatena, sia perché "quando si guarisce il cervello deve 'riprogrammarsi'. Come se ragionasse in una nuova lingua".
Ma se è vero che la balbuzie non nasce da una psiche problematica, bensì dal 'tilt' dei circuiti neurologici che inviano alle strutture fisiologiche competenti l'impulso alla parola, è vero anche che "balbettare comporta moltissimi disagi. Innanzitutto crolla l'autostima - continuano gli psicoterapeuti - Chi soffre di balbuzie smette di credere in se stesso e sviluppa una fortissima dipendenza dal giudizio degli altri. Ne deriva una tendenza all'isolamento e all'impulsività, all'ansia e all'aggressività. I bambini sviluppano impacci nell'apprendimento e a volte persino nelle capacità motorie. Quasi sempre sono ipercoccolati e superprotetti, in famiglia ma anche a scuola dove spesso non vengono neppure interrogati". Con il risultato che, in alcuni casi, "la balbuzie diventa un po' una scelta di comodo".
L'età minima per rivolgersi agli esperti è 8 anni, suggeriscono Rocca e Stendoro, perché "prima i bimbi sarebbero troppo piccoli e non riuscirebbero a seguire correttamente gli esercizi". In oltre 20 anni di lotta alla balbuzie sul campo, i due specialisti hanno anche raccolto i disegni di tanti loro baby-pazienti. Con pastelli colorati i bambini hanno raffigurato su un foglio bianco la loro percezione della balbuzie, attuale o passata. Gli esempi sono tanti e alcuni possono essere visti online cliccando su www.vincerelabalbuzie.com: "C'è un ragazzino che da balbuziente ha disegnato un albero grigio e spoglio, mentre da ex paziente l'ha decorato con foglie e frutti - testimoniano i due psicoterapeuti - C'è chi dipinge la balbuzie con un grido che esce dalla bocca come un fuoco. E chi, una volta guarito, si disegna come un angelo azzurro e sorridente".
Milano, 31 gen. (Adnkronos Salute) - Un film già in odore di Oscar, fresco di 12 nomination per l'83esima edizione degli Academy Awards, e insieme "un bel messaggio di speranza per tutti coloro che soffrono di balbuzie: secondo l'Organizzazione mondiale della sanità il 2-4% della popolazione", con oltre un milione e mezzo di casi nel nostro Paese. 'Il discorso del re', la pellicola del registra britannico Tom Hooper, che ha debuttato questo weekend nelle sale italiane, piace anche agli psicoterapeuti Renzo Rocca e Giorgio Stendoro , padri della procedura immaginativa e inventori della tecnica 'Stendoro-Rocca'. Una metodica che promette di guarire chi balbetta senza limiti d'età, dagli 8 agli 80 anni e anche oltre.
I due esperti - una vita vissuta a cavallo tra gli Stati Uniti e l'Italia, prossimi a 'esportare' la loro tecnica anche negli Emirati Arabi Uniti e in India - plaudono a 'The King's Speech', titolo originale dell'opera che vede protagonista Colin Firth nei panni di Re Giorgio VI, padre della Regina Elisabetta. Al secolo Alberto Windsor detto Bertie, il Duca di York cerca di sciogliere il suo eloquio con l'aiuto dell'eccentrico logopedista australiano Lionel Logue (Geoffrey Rush). Fino a diventare re, dopo l'abdicazione del fratello maggiore Edoardo travolto dallo scandalo Wallis Simpson, per poi arrivare al suo 'discorso perfetto' che ispirerà la nazione guidandola contro la Germania nazista.
"Insegnando che anche un re è un uomo con i suoi problemi e le sue fragilità - spiegano Rocca e Stendoro all'Adnkronos Salute - questo film restituisce la giusta importanza al ruolo della comunicazione verbale. Molto spesso si banalizza la questione - riflettono i due specialisti - o meglio si tende a pensare che, se la parola non esce, allora basta tacere. Non è così, perché non riuscire a comunicare un sentimento, che sia d'amore oppure di rabbia, è un dramma sul piano personale e sociale". Non parlare significa non farsi capire. E a causa dell'incomprensione una famiglia può spaccarsi per sempre, una coppia può rompersi o magari non nascere mai.
All'attivo due libri sulla balbuzie ('Vincere la balbuzie' e 'La balbuzie. Una tecnica per sconfiggerla'), nella loro carriera Rocca e Stendoro hanno curato oltre 2 mila persone dal 1989. Di storie da raccontare ne hanno tante, alcune divertenti - come quella di una signora che balbettava dalla nascita, a 78 anni decise di voler guarire e a 86 ci riuscì, potendo così litigare come ogni brava suocera con le sue 9 nuore - altre commoventi: "L'unica volta che piansi - confida Stendoro - fu quando un bimbo di 11 anni, balbuziente ma anche gravemente malato e fisicamente disabile, dopo avere imparato a parlare fluente ci disse 'grazie, adesso sono proprio come tutti gli altri'".
Per curare il problema che fu anche di Winston Churchill e di Marilyn Monroe, solo per citare alcuni dei tanti volti noti nella 'gallery' della balbuzie, Rocca e Stendoro sono stati chiamati a Dubai. "Siamo stati invitati due volte nel 2009 e nel 2010 - sottolineano - Abbiamo curato qualche paziente là e abbiamo fatto un accordo con la Rach Charity Foundation per organizzare corsi di formazione sulla nostra tecnica, rivolti a personale sia dall'India che dagli Emirati". Operatori anti-balbuzie da addestrare, affinché possano guarire tante persone nei loro Paesi.
I due psicoterapeuti segnalano "un aumento delle balbuzienti donne, che in passato non arrivavano all'attenzione degli esperti perché la società imponeva al sesso femminile un ruolo più marginale. Capitava addirittura che, di fronte a due fratelli balbuzienti, un maschio e una femmina, venisse fatto curare solo il maschio". Gli specialisti riferiscono anche di "giovani che avevano rinunciato agli studi per colpa della balbuzie, lavorando come camionisti o magazzinieri, ma che una volta guariti si sono iscritti all'università e hanno lasciato un lavoro che non li realizzava". I due esperti partono dal presupposto che "l'origine della balbuzie non è affatto psicologica, bensì neurologica. E' il cervello che, quando il paziente tenta di articolare una parola, determina il blocco totale o parziale della laringe con la chiusura delle corte vocali. Così l'aria non passa" e il flusso verbale si inceppa.
Da qui il metodo per bypassare l'ostacolo: "Con speciali esercizi fisiologici - assicurano Rocca e Stendoro - si può imparare a ingannare il cervello. In questo modo le corde vocali si aprono, l'aria passa" e la frase riesce senza intoppi. "Bastano 17 incontri in due mesi - sostengono i due esperti - Si lavora in piccoli gruppi di pazienti addestrati da operatori specializzati e supportati dallo psicoterapeuta". Sia per superare i problemi di autostima e di relazione che la balbuzie scatena, sia perché "quando si guarisce il cervello deve 'riprogrammarsi'. Come se ragionasse in una nuova lingua".
Ma se è vero che la balbuzie non nasce da una psiche problematica, bensì dal 'tilt' dei circuiti neurologici che inviano alle strutture fisiologiche competenti l'impulso alla parola, è vero anche che "balbettare comporta moltissimi disagi. Innanzitutto crolla l'autostima - continuano gli psicoterapeuti - Chi soffre di balbuzie smette di credere in se stesso e sviluppa una fortissima dipendenza dal giudizio degli altri. Ne deriva una tendenza all'isolamento e all'impulsività, all'ansia e all'aggressività. I bambini sviluppano impacci nell'apprendimento e a volte persino nelle capacità motorie. Quasi sempre sono ipercoccolati e superprotetti, in famiglia ma anche a scuola dove spesso non vengono neppure interrogati". Con il risultato che, in alcuni casi, "la balbuzie diventa un po' una scelta di comodo".
L'età minima per rivolgersi agli esperti è 8 anni, suggeriscono Rocca e Stendoro, perché "prima i bimbi sarebbero troppo piccoli e non riuscirebbero a seguire correttamente gli esercizi". In oltre 20 anni di lotta alla balbuzie sul campo, i due specialisti hanno anche raccolto i disegni di tanti loro baby-pazienti. Con pastelli colorati i bambini hanno raffigurato su un foglio bianco la loro percezione della balbuzie, attuale o passata. Gli esempi sono tanti e alcuni possono essere visti online cliccando su www.vincerelabalbuzie.com: "C'è un ragazzino che da balbuziente ha disegnato un albero grigio e spoglio, mentre da ex paziente l'ha decorato con foglie e frutti - testimoniano i due psicoterapeuti - C'è chi dipinge la balbuzie con un grido che esce dalla bocca come un fuoco. E chi, una volta guarito, si disegna come un angelo azzurro e sorridente".