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Il primario di chirurgia plastica del Careggi ....arrestato

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Firenze, 29 mar. - I militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Firenze hanno dato questa mattina esecuzione a un'ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari, emessa dal gip presso il Tribunale di Firenze, Paola Belsito, su richiesta dei sostituti procuratori Luca Turco e Giuseppina Mione, nei confronti del professore Mario Dini, primario del reparto di chirurgia plastica e ricostruttiva dell'azienda universitaria ospedaliera di Careggi, nonche' direttore della scuola di specializzazione di chirurgia plastica ricostruttiva estetica dell'Universita' di Firenze. Centossessanta finanzieri stanno dando corso, altresi', in 7 Regioni italiane (Toscana, Emilia Romagna, Veneto, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Lazio e Campania), a 53 perquisizioni domiciliari e locali in nei confronti di altri soggetti indagati, non destinatari dell'odierno provvedimento restrittivo. Le ipotesi di reato contestate sono quelle di peculato, corruzione, concussione, falsita' ideologica in atti pubblici e abuso d'ufficio e riguardano fatti che, oltre al noto chirurgo fiorentino, vedono coinvolti, a vario titolo, anche altri medici, nonche' informatori scientifici di una azienda produttrice di protesi mediche. Le complesse attivita' investigative, dirette e coordinate dai sostituti procuratori Luca Turco e Giuseppina Mione, della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Firenze, hanno consentito di accertare il conseguimento di illeciti profitti (in danno dell'Azienda Ospedaliera di Careggi) connessi allo svolgimento, da parte del Professor Dini, dell'attivita' libero professionale, sia ambulatoriale che chirurgica. E' stato infatti riscontrato che Dini, autorizzato allo svolgimento dell'attivita' libera professione in regime di intramoenia, di tipo 'allargato', presso due strutture private convenzionate della citta', ha incassato i relativi compensi senza assolvere ai previsti adempimenti fiscali, ne' versare la quota dovuta all'Azienda Ospedaliera Careggi. L'attivita' professionale privata e' stata svolta, altresi', presso centri privati non convenzionati. In questo caso Dini avrebbe occultato la sua attivita' avvalendosi di medici, suoi diretti collaboratori, che hanno utilizzato anche strutture mediche private, ubicate in varie citta' d'Italia. Le indagini hanno consentito di accertare che Dini, stravolgendo i limiti dell'attivita' 'intramoenia', cui era sottoposto in qualita' di primario dell'Azienda Ospedaliera Careggi di Firenze, ha svolto direttamente e stabilmente l'attivita' professionale privata presso strutture convenzionate e non convenzionate, appropriandosi del denaro destinato all'Azienda Ospedaliera Careggi. Le indagini hanno permesso altresi' di accertare che Dini abbia favorito una societa' nella vendita, all'Ospedale Careggi, di presidi medico-chirurgici (protesi mammarie). In sostanza sono stati conclusi con i referenti di una azienda operante nel settore, accordi in forza dei quali sono stati scelti determinati prodotti, in cambio di diversi vantaggi personali. Nello specifico e' stato riscontrato che il Dini (direttore della Sod di Chirurgia Plastica dell'Azienda Ospedaliera di Careggi) per favorire una societa' (leader mondiale nella produzione di presidi medico-chirurgici, nelle vendite all'Azienda Ospedaliera citata), ha accettato la promessa di utilita' costituite dalla futura realizzazione di varie iniziative (come apparizioni televisive, corsi didattici e professionali con connessi introiti economici) da parte della predetta societa', volte a promuovere mediaticamente la sua immagine professionale, nonche'dall'organizzazione di viaggi all'estero collegati alla partecipazione a congressi medici, a spese della medesima. E' stato infine accertato un episodio di falso ideologico riguardo la redazione dei verbali concernenti per il conferimento di un assegno di ricerca ad un candidato (unico) risultato, peraltro, suo diretto collaboratore nell'attivita' professionale svolta in regime di intramoenia.
La rilevanza e la peculiarita' del servizio e' attestata dallo stesso gip il quale, nella sua ordinanza, definisce quello emerso dalle indagini come uno spaccato "desolante, ed assai poco edificante, e ci mostra un totale disprezzo per le regole che dovrebbero improntare l'operato di un medico dipendente di una struttura pubblica".

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